Curiosità sul Monte Bego
Nell’ incontro svolto a Pistoia sabato 27 novembre 2021 abbiamo parlato dei simboli incisi, su numerose rocce, ritrovati sul Monte “Bego” situato nella Regione Sud della Francia e nella vicina Valle delle Meraviglie.
La caratteristica principale di queste incisioni rupestri riguarda l’altitudine del sito (2000-2500 m) e la significativa ed ossessiva presenza di figure di animali con le corna. Un’ulteriore caratteristica consiste nel fatto che tutte queste immagini sono incise in modo tale che le punte delle corna sono rivolte in direzione della cima della montagna. Ciò non è casuale.
È stato osservato che Monte Bego è una delle montagne delle Alpi Marittime più frequentemente colpite dai fulmini, ed è stato a più riprese ipotizzato che questo monte fosse stato scelto dalle popolazioni preistoriche come “santuario” proprio per via di questa caratteristica meteorologica.È anche il caso di notare la forma a zig-zag di molte corna incise a Monte Bego, che ricordano la forma del fulmine; un fatto evidenziato da numerosi studiosi.
Nella parte più elevata della Valle delle Meraviglie si trova un masso inciso, considerato uno dei reperti più significativi di tutta l’arte rupestre della regione, chiamato popolarmente la “Roccia dell’Altare”, con incisa la scena detta del “Capo Tribù”. È una roccia di tonalità rosso-porpora che si eleva sopra a un’ampia superficie rocciosa liscia sulla quale si trovano centinaia di incisioni.
La roccia si erge come un altare sulla superficie istoriata circostante, e si trova in una posizione dominante la valle, tale da apparire come l’elemento centrale del culto associato all’arte rupestre. È stata datata alla prima parte dell’Età del Bronzo, attorno al 1800 a.C. Nel 1998 la roccia originale è stata rimossa ed è attualmente custodita presso il Museo Archeologico di Tenda, museo dedicato all’arte rupestre di Monte Bego.
Sulla superficie dell’ ”altare” roccioso sono incisi alcuni pugnali, un disegno scaliforme, un piccolo “orante” e una figura antropomorfa di dimensioni maggiori a cui è stato dato il nome di “Capo Tribù”. L’ antropomorfo secondo lo studioso Ausilio Priuli : si presenta con una grande figura cornuta sul busto, una specie di collare, di pettorale.
Alcuni ricercatori hanno osservato sorprendenti analogie fra l’arte preistorica della Valcamonica e della Valtellina e i concetti religiosi e simbolici indo-europei.
Sono state individuate analogie fra l’arte rupestre di Monte Bego e il simbolismo vedico.
Ad esempio, nel simbolismo del sacrificio vedico la parola divina che raggiunge il cuore dell’officiante è rappresentata da punte di frecce e pugnali che puntano verso l’orecchio sinistro dell’officiante, considerato l’”orecchio del cuore”, e ciò sarebbe rappresentato nella scena del “Capo-Tribù” di Monte Bego, dove un pugnale tocca l’orecchio sinistro della figura antropomorfa.