Curiosità sulla Val di Susa

…Si tramanda che da questo luogo sacro prese vita la città megalitica di Rama; che sarebbe stata edificata dai cinque ai settemila anni avanti Cristo e che si sarebbe sviluppata nel triangolo compreso tra l’attuale Torino, il comune di Chianocco e la Sacra di San Michele.
Una città ciclopica che non aveva nulla da invidiare a luoghi come Machu Pichu o Tihauanaco.

Ai tempi della città di Rama giungevano qui pellegrini da varie parti della terra per rendere omaggio ad un culto misterioso che esisteva nel cuore della valle di Susa.

Quello che è accaduto in Piemonte e ci è stato tramandato attraverso il mito di Fe-tonte, ha modificato la vita delle popolazioni locali e ha dato il via ad una tradizione religiosa che ha avuto riflessi su tutto il pianeta.

Questo evento straordinario ha lasciato necessariamente degli echi e delle manifesta-zioni concrete nel nostro tempo; infatti tutta la zona che comprende la valle di Susa e il luogo su cui sorge Torino è a tutt’oggi investita di una misteriosa forza spirituale.

Secondo alcuni storici fu proprio in questa zona che in cielo apparvero a Costantino la croce fiammeggiante e la scritta “In Hoc Signo Vinces”, segni che convinsero l’imperatore a convertirsi al cristianesimo. I cosiddetti “Campi Taurinati”, di cui par-lano le cronache dell’epoca, sembrerebbero coincidere con la zona pianeggiante di Grugliasco e Rivoli che separa Torino dal massiccio del Musinè.

Il sito dove sorge il monte Musinè amplificherebbe, nel momento in cui vi si sosta, le facoltà extrasensoriali che ognuno di noi avrebbe, ma che solo in particolari circo-stanze risultano evidenti. Gli stessi rabdomanti hanno dichiarato che in prossimità del monte bacchette e pendolini si muoverebbero in modo molto più accentuato del normale.

Da sempre la zona è teatro di apparizioni di misteriosi bagliori azzurri, verdastri e fluorescenti. Esse hanno fatto la loro comparsa fin dal lontano 966 d.C..
All’epoca il vescovo Amicone si trovava in Val di Susa per consacrare la chiesa di San Michele sul monte Pirchiriano, di fronte al Musinè. Durante la notte, in attesa dell’arrivo dell’alto prelato, i valligiani assistettero ad uno spettacolo affascinante ma pauroso al contempo: il cielo fu percorso da travi e globi di fuoco che illuminarono la chiesa come se fosse scoppiato un incendio. Altre storie parlano di carri di fuoco che spesso sorvolavano la vetta…

Ai piedi del Musinè esiste un “cono d’ombra” cioè una zona di interferenza che oscura qualsiasi trasmissione radio. Anche gli aerei privati che si trovano a sorvolare il luogo vengono disturbati nelle loro trasmissioni radio. Questi problemi cessano nel momento in cui ci si allontana dalla montagna.

Appare strana la distribuzione della vegetazione, particolarmente ricca ai piedi del monte, ma che poi si dirada in modo quasi repentino col crescere dell’altitudine. La forestale ha inutilmente speso ingenti capitali per rimboscare la zona, nella quale le giovani piante sembrano morire una dopo l’altra.
Le pendici sono ricche d’incisioni rupestri e di grandi pietre disposte in modo forse rituale, testimonianze di un passato ancora ben da decifrare. In un masso è raffigura-ta addirittura una giraffa africana, ma questi animali non vivevano in Piemonte, nemmeno nel neolitico.

La salita è costeggiata, in località Torre della Vigna, fra i 400 e i 900 metri, da una serie di strutture a forma di coppa, dette coppelle. Queste sono disposte in maniera tale da formare delle mappe celesti. Sono rappresentate la Croce del Nord, l’Orsa Maggiore, l’Orsa Minore, Cassiopea e le Pleiadi. In pratica c’è tutto l’emisfero bo-reale ma anche altre raffigurazioni non ancora identificate.

Suggestiva è la visione dalla vallata quando, riempite le cavità di combustibile e incendiate, la montagna si ricopre di tante piccole luci.